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Nuovo Patent Box

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Podcast
Novembre 18, 2021

Francesca Sassoli, Business and Communications Manager e Paolo Intini, Avvocato, Esperto fiscale e Head of Ayming Institute Italia, ci parlano del Nuovo Patent Box, il regime fiscale opzionale relativo ai beni immateriali.

Oggi approfondiremo il Nuovo Patent Box.

Partiamo con una rapidissima digressione:

Il patent box, nella sua precedente configurazione, era un regime fiscale opzionale che prevedeva la detassazione del 50% dei redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali protetti da proprietà intellettuale. Si trattava di una misura che le imprese avevano dimostrato di apprezzare, malgrado alcune complessità.

Il Decreto Fiscale dello scorso 21 ottobre ha rivoluzionato la misura, riscrivendo di fatto l’intera normativa.

La nuova disciplina prevede infatti non più la detassazione dei redditi derivanti dagli intangible, ma bensì la deducibilità maggiorata dei costi di ricerca e sviluppo aventi ad oggetto i beni immateriali ammissibili, tra i quali si evidenzia il ritorno dei marchi di impresa, che erano stati esclusi dal vecchio Patent Box nel 2017.

A chi si rivolge e come funziona?

Il fondo si rivolge a qualunque impresa privata, senza limiti dimensionali o settoriali.

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto a titolo di rimborso, commisurato alle ore in cui i dipendenti prenderanno parte ad attività di formazione. Si tratta quindi di liquidità diretta erogata nelle casse dell’impresa

Non c’è un limite minimo o massimo di dipendenti ammessi: possono partecipare tutti i dipendenti di un’azienda di tutti i livelli e inquadramento, dal semplice impiegato ai dirigenti.

Un vantaggio enorme che ha questa misura è la flessibilità nella progettazione del piano formativo:

  • il piano può essere deciso liberamente dall’impresa, previa approvazione di una RSU interna o esterna.
  • Resta esclusa solo la formazione obbligatoria, come per esempio i corsi di sicurezza sul lavoro.

Non è necessario nemmeno prevedere delle sessioni in aula: sono infatti ammesse sia la formazione online che soprattutto quella “on the job”.  In più, considera che i formatori possono essere anche interni

Tradotto in termini pratici, questo vuol dire, per esempio, che un operaio più senior che insegna ad un operaio junior ad utilizzare un macchinario può essere considerata attività formativa.

Cerchiamo di dare un’idea concreta di quanto ci hai raccontato: Facciamo qualche esempio di calcolo.

Allora Francesca, come accennavo viene rimborsato l’intero costo orario dei dipendenti coinvolti,

  • al netto di TFR e contributi,
  • fino ad un massimo di 250 ore per ciascun dipendente,

250 ore che devono essere erogate interamente entro 90 giorni dalla data di comunicazione di esito positivo dell’istruttoria da parte dell’ANPAL.

Ipotizziamo di avere un’azienda con 100 dipendenti, con un costo orario medio di 20€/h per dipendente

  • se si intendesse far partecipare tutti i dipendenti alle attività formative per un monte ore inferiore a quello massimo (es. 48 ore, pari a 2 giornate di formazione/mese), avremmo un contributo pari a 96.000 euro;
  • in caso di partecipazione alle attività formative di sole 30 risorse per tutte le 250 ore possibili, il contributo erogabile sarebbe pari a € 150.000;
  • nell’ipotesi invece di partecipazione di tutti i dipendenti per tutte le 250 ore ammissibili, il contributo massimo erogabile ammonterebbe addirittura a € 500.000.

Il contributo viene erogato dall’ANPAL a sportello, quindi in base all’ordine cronologico di arrivo delle domande e previa valutazione del piano formativo presentato, fino ad esaurimento fondi

  • il 70% del contributo viene erogato sul conto dell’azienda al momento dell’approvazione della domanda;
  • il saldo del 30% al termine delle attività formative.

Il contributo non è tassato e non è incluso nei massimali degli aiuti di Stato (c.d. regime de minimis): si tratta di un vantaggio non da poco.

Quali sono le prossime scadenze?

Il Fondo è partito con una prima finestra temporale lo scorso novembre 2020, finestra che si è chiusa al 30 giugno.

Sarà rifinanziata una nuova finestra temporale con una dotazione complessiva di 2 miliardi. Siamo in attesa di conoscere le date, ma ci aspettiamo una riapertura tra dicembre 2021 e gennaio 2022.

Trattandosi di una misura a sportello, il consiglio che darei alle imprese interessate è quello di iniziare a progettare il proprio piano formativo, in modo da farsi trovare pronti all’apertura del bando.