CBAM: adeguati al nuovo tributo sul carbonio e proteggi la tua filiera
Il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) rappresenta uno strumento strategico dell’UE per ridurre le emissioni legate alle importazioni di prodotti ad alta intensità di carbonio, come cemento, acciaio e alluminio. La conformità richiede una gestione articolata: richiesta dello status di Dichiarante Autorizzato, calcolo delle emissioni incorporate nei beni importati e presentazione di dichiarazioni annuali.
Con Ayming al tuo fianco, affronti ogni fase con sicurezza: ti supportiamo nell’adeguamento alle normative attuali e nella preparazione alle dichiarazioni previste dal 2025, garantendo continuità operativa e vantaggio competitivo.
Il nostro supporto
La nostra metodologia
La nostra metodologia si basa su un assessment normativo approfondito, volto a individuare gli obblighi applicabili in base alle attività e ai mercati di riferimento dell’impresa. Questo ci permette di quantificare l’impatto del CBAM, ottimizzare la strategia di compliance e ridurre i costi.
Il nostro team si occupa in prima persona di tutte le attività operative — dalla raccolta dei dati alla predisposizione delle dichiarazioni e dei versamenti — sollevando il cliente da oneri burocratici e garantendo il rispetto puntuale degli adempimenti fiscali.
Domande frequenti sul CBAM
Il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) è un meccanismo introdotto dall’Unione Europea per imporre un prezzo sul carbonio ai prodotti importati, al fine di prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di CO₂.
Il CBAM mira a evitare che le aziende spostino la produzione in paesi con normative ambientali meno stringenti, proteggendo così la competitività dell’industria europea e promuovendo la decarbonizzazione globale.
Nella fase iniziale, il CBAM si applica a settori ad alta intensità di carbonio come: cemento, ferro e acciaio, alluminio, fertilizzanti, idrogeno ed energia elettrica.
Gli importatori di prodotti CBAM nell’UE devono registrarsi e presentare periodicamente dichiarazioni sulle emissioni incorporate nei beni importati, oltre a pagare eventuali certificati CBAM.
Le aziende devono raccogliere dati sulle emissioni incorporate nei prodotti importati, compilare report trimestrali (dal 2023 in fase transitoria), e – dal 2026 – acquistare certificati CBAM per compensare le emissioni.
Il mancato rispetto degli obblighi può comportare sanzioni economiche significative, ritardi nelle importazioni o il blocco delle stesse.
Essere conformi al CBAM garantisce l’accesso continuativo al mercato UE, migliora la reputazione aziendale in ambito ESG e prepara l’azienda a una supply chain più sostenibile e trasparente.