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Finanza agevolata per l'innovazione digitale: tutti gli incentivi attivi nel 2025

Il vasto panorama degli incentivi per l’innovazione digitale

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Le news di Ayming Institute
Settembre 16, 2025

Gli incentivi per l’innovazione digitale nascono con l’obiettivo di sostenere e favorire la transizione digitale e tecnologica delle imprese, soprattutto di piccola e media dimensione

A supporto degli investimenti in innovazione digitale sono attualmente disponibili misure incentivanti di natura diversa: dai crediti d’imposta sui beni strumentali e sull’innovazione tecnologica, ai contributi a fondo perduto, ai finanziamenti a tasso agevolato, ai voucher fino alla formazione finanziata per lo sviluppo delle competenze necessarie a supportare la transizione digitale.

Questi incentivi stanno evolvendo sempre più verso strumenti a supporto della doppia transizione digitale ed ecologica/energetica, nella consapevolezza che le potenziali sinergie tra tecnologia e sostenibilità siano attualmente poco valorizzate.

Dalla ricerca condotta dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, in collaborazione con Assolombarda, sui dati preventivi di spesa del 2025, emerge che solo il 34% delle imprese utilizza l’innovazione digitale come strumento per raggiungere obiettivi di sostenibilità e solo il 22% modifica le politiche di investimento nel digitale in funzione dei piani di sviluppo sostenibile.

Nel vasto panorama degli incentivi per l’innovazione digitale, ecco le principali misure attualmente attive:

Incentivi sugli investimenti in beni strumentali

Incentivi sugli investimenti in innovazione tecnologica di prodotto e processo

Gli incentivi in beni strumentali per l’innovazione digitale

C’era una volta il Piano Industria 4.0, evoluto in Impresa 4.0 e nell’attuale Transizione 4.0.

Alla base una chiara finalità: incrementare il tasso di digitalizzazione delle imprese italiane, incentivandone gli investimenti in impianti, macchinari, attrezzature, software funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale.

Il credito d’imposta Transizione 4.0 è una misura che ha riscosso un grande successo fra le imprese di qualsiasi dimensione, grazie al suo meccanismo di accesso e fruizione automatico e alla chiara definizione dei requisiti tecnici e di interconnessione dei beni agevolati.

Attualmente il credito d’imposta è ancora in vigore, sugli investimenti in ben i materiali, fino al 30 giugno 2026 ma sconta, sugli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2025, un plafond massimo di spesa complessiva pari a 2,2 miliardi di euro introdotto dalla Legge di Bilancio 2025.

L’iter di accesso al credito sui nuovi investimenti sconta una procedura a tre step:

  • comunicazione preventiva;
  • comunicazione preventiva con acconto;
  • comunicazione di completamento.

Con comunicato stampa del 29 luglio 2025, il Mimit ha comunicato la disponibilità di risorse residue per un importo pari a 686.372.544,73 milioni di euro, perciò le imprese che abbiano effettuato o intendano effettuare nuovi investimenti 4.0 devono trasmettere il prima possibile la comunicazione preventiva.

Nel 2024, con l’articolo 38 del D.L. 19/2024, è stata introdotta nel nostro ordinamento l’evoluzione, in chiave green, del credito d’imposta Transizione 4.0: il credito d’imposta Transizione 5.0.

Il Piano Transizione 5.0, complementare al Piano Transizione 4.0, sostiene il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese premiando gli investimenti in beni 4.0 che permettono di conseguire un risparmio energetico a livello di processo produttivo o di intera struttura produttiva.

Unitamente ai beni trainanti 4.0 possono essere agevolati impianti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e spese di formazione nelle tecnologie abilitanti per la transizione digitale ed energetica.

L’incentivo è attualmente in vigore per gli investimenti realizzati dal 1° gennaio 2024 ed entro il 31 dicembre 2025.

Il credito d’imposta ZES unica, introdotto dall’articolo 16 del D.L. 124/2023 e prorogato dalla Legge di Bilancio 2025 agli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 15 novembre 2025, no nasce espressamente con la finalità di supportare l’innovazione digitale.

La ratio dell’incentivo è manifestamente quella di favorire l’insediamento di nuove attività produttive o il potenziamento di attività preesistenti all’interno del territorio della ZES unica, che comprende le regioni del Mezzogiorno.

Tuttavia, grazie alla cumulabilità con i crediti Transizione 4.0 e 5.0, gli investimenti in impianti. macchinari e attrezzature agevolabili con il credito ZES sono frequentemente beni funzionali alla trasformazione tecnologica, e l’incentivo diventa anch’esso uno strumento strategico di supporto all’innovazione digitale.

La Nuova Sabatini è l’agevolazione, prorogata per il 2025-2029 con 1,7 miliardi di euro dalla Legge di Bilancio 2025, a sostegno dei finanziamenti e leasing per l’acquisizione, da parte delle sole Pmi, di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, software e tecnologie digitali.

I beni materiali e immateriali 4.0 beneficiano di un contributo maggiorato del 30% e la Legge di Bilancio 2020 ha disposto una specifica dotazione finanziaria per “investimenti green” ovvero a basso impatto ambientale

La misura “Nuova Sabatini Capitalizzazione”, attiva per le domande presentate a partire dal 1° ottobre 2024, ha l’obiettivo di incentivare aumenti di capitale sociale delle Pmi costituite in forma societaria, che intendono realizzare un programma di investimento in beni strumentali, anche digitali.

In tutti i casi, l’incentivo è riconosciuto nella forma di contributo ministeriale in conto impianti, il cui ammontare è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati in via convenzionale.

Attualmente risultano ancora disponibili risorse per 1,3 miliardi di euro e, sulla linea “Capitalizzazione”, 77 milioni di euro.

Il bando SIMEST: Transizione Ecologica e Digitale finanzia la realizzazione di investimenti per l’innovazione digitale e/o per la transizione ecologica e il rafforzamento patrimoniale dell’Impresa, a beneficio della competitività sui mercati internazionali (Circolare n. 4/394/2023).

Alle imprese beneficiarie è riconosciuto un finanziamento agevolato in combinazione con un contributo a fondo perduto.

L’incentivo Investimenti sostenibili 4.0 si applica ai programmi di investimento, proposti dalle sole Pmi delle regioni del Mezzogiorno, conformi ai vigenti principi di tutela ambientale e ad elevato contenuto tecnologico e digitale, con priorità per quelli con obiettivi di sostenibilità definiti dall’Unione europea e per quelli destinati a favorire la transizione dell’impresa verso l’economia circolare o la transizione energetica.

La misura riconosce un mix sinergico di finanziamento agevolato e un contributo a fondo perduto.

Gli incentivi in innovazione tecnologica di prodotto e processo

A partire dal periodo d’imposta 2015, la scena in tema di incentivi all’innovazione è stata dominata dal credito d’imposta ricerca e sviluppo.

Con la Legge di Bilancio 2020, l’incentivo è stato espressamente ampliato alle attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati, definite dall’articolo 3 del D.M. 26 maggio 2020 e dal Manuale di Oslo OCSE.

È riconosciuta una maggiorazione, di aliquota e/o massimale, per gli investimenti in innovazione tecnologica 4.0 o green, finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati rispettivamente per il raggiungimento di un obiettivo di innovazione digitale 4.0 o di transizione ecologica.

Il credito d’imposta innovazione tecnologica è attualmente in vigore per investimenti effettuati nel periodo d’imposta 2025.

Nella versione ricerca e sviluppo invece l’incentivo è confermato fino al periodo d’imposta 2031.

La super deduzione fiscale Patent Box, nella versione introdotta dall’articolo 6 del D.L. 146/2021, è una sovvenzione direttamente collegata alle spese per attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e design e ideazione estetica, sostenute per la realizzazione di una privativa industriale (brevetti, software protetti da copyright e disegni e modelli).

Rispetto agli incentivi fin qui analizzati, questo regime agevolativo è opzionabile solo quando l’innovazione si concretizza in un bene intangibile tutelato giuridicamente.

La misura consente un risparmio fiscale sulle imposte dirette e l’Irap dell’impresa beneficiaria nell’anno di ottenimento della privativa industriale e nei successivi.

Digitale implica sostenibile?

L’evoluzione di strumenti di finanza agevolata a supporto della doppia transizione digitale ed ecologica/energetica induce alcune riflessioni sul rapporto fra le due facce dell’innovazione.

Se da un lato alcuni investimenti in beni tecnologici possono favorire il risparmio energetico, l’efficientamento dei processi e l’economia circolare, non sempre la correlazione esistente fra digitale e sostenibile è positiva.

Talvolta le tecnologie impattano negativamente sull’ambiente, con maggiori consumi di risorse necessarie per alimentare impianti e macchinari nuovi.

Ma il pilastro ambientale è solo uno delle componenti dello sviluppo sostenibile.

Se esaminiamo l’impatto del digitale in termini di sostenibilità sociale, possiamo individuare molti effetti positivi sul miglioramento del benessere dei lavoratori, ma anche deviazioni quali tecnostress e overworking.

Tuttavia, osservando gli effetti della digitalizzazione sulla governance, appaiono evidenti gli enormi vantaggi indotti dalla tecnologia in termini di gestione d’impresa: prevenzione dei rischi, trasparenza, monitoraggio continuo, efficacia di misure correttive anche lungo la catena del valore.

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