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La ZES unica e cosa cambia rispetto al bonus sud per le aziende

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Le news di Ayming Institute
Aprile 4, 2024

Rilanciare il Mezzogiorno stimolando gli investimenti delle imprese: è questo lo scopo del credito d’imposta ZES Unica (o Zona Economica Speciale Unica), entrato in vigore il 1° gennaio 2024. L’agevolazione, che può contare su uno stanziamento di 1,8 miliardi di euro per l’anno 2024, sostituisce il precedente sistema del credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno (o bonus Sud), ZES e ZLS.

L’agevolazione istituisce, per il periodo 2024, un credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, con percentuali decisamente maggiori rispetto a quelle del Bonus Sud. Le percentuali variano sia in base alla regione di ubicazione dell’impianto produttivo dove verranno utilizzati i beni strutturali che in base alla dimensione dell’impresa.

Se le opportunità sono dunque significative, i tempi stringenti e l’onere documentale a carico delle imprese per accedere alle agevolazioni rischiano di limitarne l’utilizzo. Tuttavia, le aziende possono rivolgersi a consulenti esperti in finanza agevolata per cogliere tutte le opportunità di questo strumento agevolativo, assicurando la compliance con la normativa.

ZES Unica, le novità rispetto al Bonus Sud

La ZES Unica è stata introdotta dal decreto-legge n.124 del 2023, superando così il precedente sistema basato su otto Zone Economiche Speciali.

Il credito d’imposta ZES Unica si distingue per una serie di novità rispetto al precedente Bonus Sud, tra cui:

Bonus zes unica come funziona

Credito d’imposta ZES unica, a chi si rivolge

Il Credito d’imposta ZES Unica si rivolge alle imprese di tutte le dimensioni, anche PMI che realizzano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive situate nelle regioni menzionate. Questo credito fiscale è pensato per supportare la creazione di nuovi stabilimenti, la diversificazione e l’ampliamento della produzione, nonché l’acquisto di attivi di stabilimenti in chiusura o già chiusi.

Sono escluse le aziende operanti in settori come l’industria siderurgica e carbonifera, i trasporti e le infrastrutture correlate, la produzione e distribuzione di energia, la banda larga, e i settori creditizio, finanziario e assicurativo. Inoltre, sono escluse le imprese sottoposte a procedimenti concorsuali.

Le agevolazioni per le imprese: cosa cambia rispetto al Bonus Sud

Il credito sarà commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquistati o, in caso di investimenti immobiliari, realizzati dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024. Gli investimenti devono avere un importo minimo non inferiore a 200.000 euro e un importo massimo di 100 milioni di euro.

L’entità delle agevolazioni è stabilita in accordanza con la Carta degli Aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027, approvata dall’UE, in deroga al divieto generale di concessione degli aiuti di Stato (art. 107, paragrafo 1, TFUE).

Le percentuali massime di agevolazione sono decisamente più vantaggiose rispetto a quelle previste dal precedente Bonus Sud e riconosciute nelle seguenti modalità:

Bonus zes unica

Per le PMI, inoltre, si è posto un limite all’importo massimo del progetto di investimento di 50 milioni di euro. Sopra tale cifra, verranno applicate le percentuali di agevolazione destinate alle grandi imprese.

ZES unica, la cumulabilità degli incentivi

Il beneficio può essere cumulato con gli aiuti de minimis e con altri tipi di aiuti di Stato relativi agli stessi costi ammissibili, a patto che questa combinazione non ecceda l’intensità massima o l’ammontare di sostegno permesso dalle norme comunitarie applicabili.

Non è ammessa la combinazione con altri incentivi in regime di esenzione per le medesime spese, come nel caso della Nuova Sabatini. Similmente, il beneficio non potrà essere cumulato con il credito d’imposta introdotto dal Piano Transizione 5.0.

È invece concessa la cumulabilità con i crediti d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi, sia materiali che immateriali, legati all’Industria 4.0, dato che queste ultime sono disposizioni fiscali di natura generale, purché non si superino i costi reali sostenuti.

ZES unica, come accedere all’incentivo assicurando la compliance con la normativa

Anche il credito d’imposta ZES Unica prevede la compensazione mediante F24 attraverso un’apposita domanda all’Agenzia delle Entrate. A fronte di importanti opportunità per le imprese di queste regioni che vogliono realizzare investimenti, l’accesso al credito d’imposta ZES Unica può essere scoraggiato da alcuni elementi di criticità e incertezza, tra cui i tempi stringenti e gli oneri documentali a carico delle imprese.

Inoltre, le numerose contestazioni sollevate dall’Agenzia delle Entrate in merito alla legittimità di fruizione di incentivi similari negli ultimi anni rendono ancora più necessario accertare e certificare correttamente gli investimenti prima di richiedere la fruizione dell’incentivo.

Per non rischiare di perdere opportunità o di essere soggetti a contestazioni le aziende possono rivolgersi ad esperti in finanza agevolata. Rivolgendosi al giusto interlocutore, le aziende possono capire quali opportunità siano più rilevanti al contesto aziendale, chiedere supporto nella documentazione richiesta dalla normativa, nella stesura delle domande di richiesta degli incentivi e nella certificazione degli investimenti svolti.

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