Direttoo cambia le regole della ristorazione: un unico fornitore – con un modello di business sostenibile e digitale – per tutti i prodotti
Ottimizzare il business, gli acquisti, avere una supply chain snella, efficiente, sostenibile, anche nel senso di “intelligente”. Queste sfide, che interpellano l’intero canale dell’Horeca, sono già state trasformate in azione da aziende giovani e pronte a ragionare in ottica evolutiva. È il caso di Direttoo.it, piattaforma on line per la compravendita di prodotti per la ristorazione. Attualmente l’azienda serve i ristoratori di Roma e Lazio, ma nel 2018 è prevista l’apertura alla Lombardia, e si sta già valutando l’arrivo in Paesi stranieri.
L’idea è disruptive, così come il progetto: elaborare un nuovo concetto di filiera agroalimentare, che valorizzi il Made in Italy, in cui i veri attori siano solo i produttori e i ristoratori, senza intermediari. Il tutto in modo digitale, ossia più easy, rapido, economico e votato alla produttività. Direttoo ha aperto nel 2016 senza alcun investimento. Ha fatturato 1,5 milioni di euro, creando 20 posti di lavoro in un tempo davvero risicato, non possiede asset e si concentra solo sul business, attualmente conta più di 150 clienti ed è parte dell’incubatore di Startup LUISS EnLabs.
Intermediari addio
Tutto nasce dall’osservazione del mercato da parte di Diego Pelle, ristoratore romano, e ora CEO e Founder di Direttoo e Chiara Mastromonaco, marketing manager di una piccola azienda vitivinicola. “Ci siamo resi conto – spiega Pelle – di quanto fosse necessario accorciare la filiera. Vi sono, infatti, nella ristorazione, troppi player, esageratamente troppi. Direttoo ha proprio l’obiettivo di diventare l’unico luogo virtuale nel quale acquistare qualsiasi prodotto, ottimizzando le procedure sia lato cliente sia lato fornitore. I vantaggi? Tantissimi: il mercato è più trasparente; si ha meno spreco; si diminuisce l’importanza dell’intermediazione; la catena del valore viene massimizzata; si può spingere meglio il Made in Italy”.
“Sapete – prosegue Pelle – quante cantine vinicole ci sono in Italia? 384mila. Sapete quante ne conosciamo? L’1%. Sapete perché? Tipicamente sono gli intermediari a decidere quale marchio proporre. Questa non connessione tra player doveva finire, e con Direttoo è finita”.
I convincimenti a cui è arrivato il manager – che ha 27 anni – derivano anche dal suo percorso personale e professionale. Diego Pelle proviene da una famiglia romana di imprenditori operanti nel settore della ristorazione. Dopo gli studi si è subito inserito nell’attività di famiglia, percorrendo però la strada dell’innovazione, con l’obiettivo di migliorare i processi esistenti – per esempio ha ottenuto il brevetto per una macchina per la macinazione dei grani tostati. Dopo aver lavorato in uno dei punti di vendita della famiglia, si è trasferito a Londra per studiare la modalità di business delle aziende della ristorazione inglese, più facilmente scalabili e trasformabili in progetti replicabili rispetto a quanto avviene nel nostro Paese. “Proprio dall’osservazione di questa realtà, nella quale le aziende sono più di processo, e meno di prodotto, mi è venuta l’idea di creare Direttoo per il mercato italiano”.
La via della competition passa per il digitale
Quella di Pelle e Mastromonaco è una piccola ma consistente rivoluzione, perché cerca di scardinare abitudini consolidate di un mercato maturo e si innesta in un cambiamento che le nuove generazioni guardano con estremo interesse. Spostare l’acquisto dalla modalità tradizionale all’uso di una piattaforma digitale diventa vincente soprattutto per i giovani ristoratori (si tenga conto che il 45% delle nuove aperture di locali è realizzata da under 35).
Questo settore ha dato importanti soddisfazioni, agli imprenditori, nel corso degli anni passati. Oggi che la marginalità si è ridotta, ottimizzare diventa indispensabile, così come spingere sulla competition.
Diego Pelle ha costruito, insieme alla sua partner professionale, una realtà già orientata agli ideali di business sostenibile: non poteva essere altrimenti, date expertise e giovane età dei due imprenditori. È venuto dunque naturale, per esempio, pensare a soluzioni di logistica ecosostenibili: Direttoo è stata la prima azienda a Roma a utilizzare, per le consegne, cargo bike elettriche che smistano la merce presente nell’hub, presso il quale i fornitori conferiscono i prodotti entro le 5 del mattino.
“Generalmente – questo accade ancora oggi – ogni intermediario consegna, al proprio cliente ristoratore, piccoli quantitativi di merce. Moltiplicate il numero di ristoranti di una via di Roma per il numero di furgoncini che transitano quotidianamente, vi ritroverete con: inquinamento, poca razionalizzazione, uno spreco di mezzi e tempo notevoli”, continua Pelle.
Essere sostenibili è, dunque, parte del DNA di Direttoo. È infatti convincimento di Pelle che, se si desidera competere nel mercato contemporaneo, occorre utilizzare le nuove regole del gioco. È vero, precisa: “Il cambiamento spaventa, specie i manager vecchio stampo delle aziende strutturate e old style: cambiare significa infatti rimettersi in gioco, formarsi ai nuovi paradigmi. Il bello è che non si può non procedere in questa direzione. A mio parere, infatti, chi resterà fuori dal rinnovamento di processo, banalmente non riuscirà più a rientrare. Considero questo un periodo di transizione. Tempo cinque-sei anni e i nuovi manager a capo delle imprese saranno tutti orientati al digitale e al concetto di business sostenibile”.
“Per noi non è una forzatura investire nell’ecosostenibilità, nel benessere aziendale e nell’ottimizzazione dei processi. Questi elementi sono già parte della nostra strategia. Come parte del nostro essere è pensare, già ora, che tutto non debba essere votato e vocato solo al profit. Bisogna orientarsi, infatti, al benessere del cliente: da qui, cioè dalla sua soddisfazione, deriverà anche per le aziende l’aspetto propriamente ‘profit’” conclude Pelle.
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