Le attività di innovazione, ricerca e sviluppo (R&S) sono cruciali per la competitività di un’azienda e di un paese. Permettono infatti di proporre nuove soluzioni a problemi complessi promuovendo, ad esempio, l’efficienza e la sostenibilità dei processi o permettendo di introdurre prodotti o servizi innovativi sul mercato.
La loro importanza è così strategica che la bussola per la competitività europea (la strategia dell’UE per promuovere la competitività dell’Unione) specifica chiaramente la necessità di investire maggiormente in innovazione, ricerca e sviluppo. Tuttavia, spesso queste attività non sono accessibili a tutte le imprese, in particolar modo alle PMI, in quanto possono comportare costi ingenti.
Esistono però incentivi rivolti a promuovere gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione, come il credito d’imposta ricerca e sviluppo. L’accesso all’incentivo è però condizionato al rispetto di determinati criteri e di una procedura stringente.
Innovazione ricerca e sviluppo, perché è importante e come si definisce
Il credito d’imposta a sostegno di attività di innovazione, ricerca e sviluppo è un’agevolazione messa a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).
Per l’accesso alla misura è importante, prima di tutto, comprendere come vengono individuate queste attività. Per le attività di ricerca e sviluppo le linee guida fornite dal Ministero si basano sui criteri indicati nel Manuale di Frascati. Secondo la definizione fornita dal documento, le attività devono deve soddisfare congiuntamente cinque criteri fondamentali:
- essere finalizzata a nuove scoperte (criterio di novità)
- basarsi su concetti e ipotesi originali e non ovvi (creatività)
- non avere un esito finale certo (incertezza)
- essere pianificata e preventivata (sistematicità) e condurre a risultati che possano essere riprodotti (trasferibilità e/o riproducibilità)
Le attività di innovazione, invece, fanno riferimento ai requisiti del Manuale di Oslo e devono rispettare quattro requisiti principali:
- basarsi sulla conoscenza
- presentare novità rispetto ai potenziali utilizzi
- prevedere un’implementazione e un uso effettivo
- mirare alla creazione di valore
Credito d’imposta ricerca e sviluppo, quali sono le opportunità per le imprese
Il credito d’imposta in ricerca e sviluppo è inquadrato all’interno del Piano Transizione 4.0, il piano di agevolazioni che mira a sostenere la transizione digitale delle imprese italiane.
Il Piano Transizione 4.0 prevede diverse linee di intervento per incentivare gli investimenti in:
- attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico
- attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati
- attività di innovazione tecnologica 4.0 e green, finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0
- attività di design e ideazione estetica finalizzate ad innovare in modo significativo i prodotti dell’impresa sul piano della forma e di altri elementi non tecnici o funzionali
La legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio 2022) ha rifinanziato la misura prevedendo, tuttavia, una rimodulazione delle aliquote a partire dal 1°gennaio 2023. Per il 2025 le imprese possono ancora usufruire di questi strumenti, anche se con un vantaggio inferiore rispetto al passato e solo rispettando una procedura ben dettagliata.
Finanziare l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo: quali vantaggi per le imprese
Il Piano Transizione 4.0 fornisce alle imprese la possibilità di recuperare parte dei costi sostenuti per queste attività attraverso un credito d’imposta utilizzabile in compensazione tramite modello F24.
La legge di bilancio 2022 ha previsto un’estensione della misura fino al 2031 unicamente per il credito d’imposta destinato a incentivare le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Le imprese possono usufruire del credito per le altre linee di intervento fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025.
L’incentivo è riconosciuto in misura pari al:
- 10% dei costi sostenuti per le spese ammissibili per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale, nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro
- 5%, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro, per le attività di innovazione tecnologica
- 5%, nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro, per le attività di innovazione tecnologica 4.0 e green
- 5%, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro, attività di design e ideazione estetica.
Quali sono le spese ammissibili
Per tutte e tre le categorie sono ammissibili:
- le spese di personale con rapporto di lavoro subordinato, autonomo o altro, direttamente impiegato nelle attività
- le quote di ammortamento, canoni di locazione finanziaria o semplice e altre spese relative a beni materiali mobili e software (quest’ultimo specifico per R&S e innovazione tecnologica) utilizzati nei progetti
- le spese per contratti di ricerca/innovazione/design extra muros aventi ad oggetto lo svolgimento diretto delle attività ammissibili da parte di un commissionario
- le spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti inerenti alle attività ammissibili
- le spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi impiegati nei progetti.
Per le attività di ricerca e sviluppo, sono specificamente ammissibili anche le quote di ammortamento relative all’acquisto da terzi (anche in licenza d’uso) di privative industriali come invenzioni industriali o biotecnologiche.
Innovazione ricerca e sviluppo, come accedere all’incentivo: perché rivolgersi a consulenti esperti
Il credito d’imposta per R&S, innovazione e design, pur essendo vantaggioso, presenta complessità procedurali e oneri documentali significativi.
Per le imprese, specialmente le PMI, districarsi tra queste normative, calcoli della base imponibile e la produzione di documentazione precisa, da inviare secondo scadenze ben definite, può essere oneroso.
Affidarsi a consulenti esperti in finanza agevolata diventa quindi fondamentale per evitare di incorrere in errori che pregiudicano l’accesso all’incentivo. Grazie al supporto di questi esperti, inoltre, le imprese possono evitare di intercorre in sanzioni in caso di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate.
L’esteso know-how degli esperti in finanza agevolata permette alle imprese di massimizzare il beneficio, garantendo la corretta gestione di tutte le fasi burocratiche e la conformità documentale, trasformando un’opportunità in un vantaggio concreto.
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