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Bonus ZES Unica dal 2024 per il Mezzogiorno

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Bonus ZES Unica dal 2024 per il Mezzogiorno

 

Con la pubblicazione del Decreto-Legge n. 124/2023, sono diventate operative le disposizioni che prevedono l’istituzione di una Zona Economica Speciale unificata in grado di ricomprendere il territorio delle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo dal 1° gennaio 2024 al 2034. 

Oltre ad intervenire sulle procedure di gestione dei fondi di coesione, in particolar modo con un maggiore accentramento della pianificazione in capo al Ministero, il Decreto prevede alcune significative novità a livello amministrativo nonché l’istituzione, per l’anno 2024, di un nuovo Credito d’imposta ZES unica, in sostituzione del credito d’imposta Investimenti nel Mezzogiorno, ZES e ZLS attualmente in vigore.

 

Le novità della ZES Unica: a chi si rivolge

A livello amministrativo, si segnala, in particolare: 

  • L’istituzione di uno sportello unico digitale competente sui procedimenti amministrativi inerenti alle attività economiche e produttive (impianti produttivi inclusi) e aventi ad oggetto gli interventi di trasformazione del territorio ad iniziativa privata; 
  • L’estensione dell’autorizzazione unica a tutti i progetti inerenti ad attività economiche ovvero all’insediamento di attività industriali, produttive e logistiche all’interno della ZES unica, non soggetti a segnalazione certificata di inizio attività. 

Entrambe le innovazioni hanno in comune l’estensione dei vantaggi attualmente garantiti alle aree ZES individuate a tutto il territorio del Mezzogiorno, principio che viene perseguito anche dal nuovo Credito d’imposta ZES Unica. 

Il credito è, infatti, riservato alle imprese, PMI e grandi, che acquisiscono beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nelle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo. Per espressa disposizione comunitaria restano escluse le realtà sottoposte a fallimento e/o procedura concorsuale, operanti in uno dei seguenti settori economici: 

  1. Industria siderurgica, carbonifera e della lignite; 
  2. Trasporti e delle relative infrastrutture; 
  3. Produzione, stoccaggio, trasmissione e distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche; 
  4. Banda larga; 
  5. Settori creditizio, finanziario e assicurativo.

 

Gli investimenti ammissibili

Gli investimenti ammissibili per il credito devono avere costi compresi tra 200.000 e 100 milioni di euro sostenuti (salvo eccezioni) tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2024

  • Facenti parte di un progetto di investimento iniziale, che consiste nella creazione di nuovo stabilimento, diversificazione della produzione, ampliamento della capacità produttiva di uno stabilimento esistente ovvero nell’acquisizione di attivi appartenenti a uno stabilimento chiuso o in via di chiusura; 
  • Relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio agevolato; 
  • Relativi all’acquisto di terreni e all’acquisizione, realizzazione o ampliamento di immobili strumentali realizzati dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024 ed entro un limite massimo del 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.

Rispetto al precedente Credito d’imposta Investimenti nel Mezzogiorno, ZES e ZLS le intensità agevolative massime sono state legate alla nuova Carta degli Aiuti a finalità regionale 2022-2027 che prevede percentuali nominali significativamente maggiori.

 

Limitazioni e modalità di fruizione

La ZES Unica porta però alcune limitazioni. In particolare, per la regione Abruzzo possono accedere solamente le realtà aventi sede in uno dei Comuni inclusi nella Carta degli Aiuti, mentre per le PMI delle altre Regioni gli investimenti non devono superare i 50 milioni di euro. Diversamente, si applicheranno le percentuali previste per le grandi imprese. 

A livello di modalità di fruizione anche il credito d’imposta ZES Unica prevede la compensazione mediante F24 attraverso un’apposita domanda all’Agenzia delle Entrate. 

Sussiste, tuttavia, una differenza: il precedente credito d’imposta Mezzogiorno non era legato ad alcun stanziamento finanziario individuato mentre per il 2024 è stato previsto un limite di spesa annuale massimo, il cui ammontare sarà definito con un decreto del MEF e del Ministero del Sud da adottarsi entro il 31 dicembre 2023. 

ZES Unica: gli aspetti critici

In conclusione, nonostante alcuni significativi miglioramenti tanto a livello di aliquote quanto a livello di estensione a del beneficio a tutte le Regioni del Mezzogiorno (fatte salve le precisazioni sull’Abruzzo) il nuovo credito d’imposta ZES Unica presenta alcuni aspetti critici che potrebbero comprometterne l’efficacia. 

In primo luogo, il periodo di vigenza limitato al solo 2024 unito alla presenza di un limite di spesa complessivo annuale, al momento non ancora noto e la cui definizione è stata demandata ad un decreto attuativo, può significativamente limitare la propensione all’investimento delle imprese che hanno necessità di informazioni più precise e tempi decisori e/o di attuazione significativamente maggiori. 

La presenza di un limite di spesa annuale massimo, poi, comporta ulteriori incertezze in merito alle modalità di ripartizione delle risorse, nell’eventualità in cui le risorse finanziarie siano insufficienti a soddisfare la domanda.

Il decreto, infatti, non specifica se saranno soddisfatte tutte le richieste anche oltre lo stanziamento finanziario, ovvero se saranno respinte le richieste pervenute dopo l’esaurimento oppure se le percentuali di aiuto saranno proporzionalmente ridotte come avviene, per esempio, nel caso del credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari. 

Infine, il testo del decreto lascia un eccessivo spazio di intervento alla prassi dell’Agenzia delle Entrate, non avendo incorporato nessuna delle precisazioni effettuate dall’Agenzia in sede di circolari e/o risposte ad interpello, con particolare riferimento ai requisiti di novità, strumentalità e ai criteri di classificazione in bilancio degli investimenti. 

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