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Decreto attuativo Transizione 5.0 in arrivo a giugno

Novità per imprese energivore e soggetti certificatori

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Le news di Ayming Institute
Maggio 30, 2024

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha completato il decreto attuativo del Piano Transizione 5.0, che ora sarà esaminato da MASE, MEF e dalla Commissione UE. Il decreto e la circolare ministeriale sono attesi per giugno. Tra le novità, l’estensione dei soggetti certificatori e l’accesso agli incentivi per le imprese energivore.

Novità per Imprese Energivore

Raffaele Spallone, dirigente del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha confermato che il decreto attuativo del Piano Transizione 5.0 verrà pubblicato a giugno. Durante il suo intervento alla plenaria di apertura di SPS Italia, Spallone ha evidenziato le principali aree di lavoro:

  1. Principio DNSH: garantire che gli investimenti non causino danni significativi all’ambiente.
  2. Accesso al piano per le imprese ETS: imprese che partecipano al sistema europeo di scambio di quote di emissione.
  3. Certificazioni energetiche: definire i soggetti che rilasceranno le certificazioni ex-ante e ex-post di riduzione dei consumi energetici.

Ampliamento dei soggetti certificatori

Il decreto attuativo prevede l’espansione dei soggetti autorizzati a rilasciare le certificazioni ex ante ed ex post, essenziali per accedere agli incentivi. Attualmente, queste certificazioni possono essere rilasciate solo dagli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE) certificati secondo la norma UNI CEI 11339 e dalle Energy Service Company (ESCo) certificate secondo la norma UNI CEI 11352. L’ampliamento mira ad evitare interruzioni e fasi di stallo e accelerare il processo di certificazione.

Circolare operativa imminente

Dopo il decreto, seguirà una circolare operativa che fornirà linee guida dettagliate per le imprese e i certificatori. Questa circolare includerà esempi concreti di applicazione degli incentivi e chiarirà i criteri per le imprese di nuova costituzione e quelle che investono in nuove linee e impianti. Inoltre, riordinerà la disciplina di Transizione 4.0, consolidando le diverse circolari operative emesse negli ultimi anni.

Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un passo cruciale per la transizione energetica delle imprese italiane. Con l’entrata in vigore dei decreti attuativi e della circolare operativa, le imprese energivore potranno accedere a nuovi incentivi, contribuendo significativamente alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni.

Novità del Decreto attuativo Piano Transizione 5.0

Il Decreto Attuativo del Piano Transizione 5.0 introduce diverse novità significative per le imprese che intendono avvalersi delle agevolazioni previste. Ecco un riassunto delle principali novità e dei cambiamenti rilevanti.

Una pratica alla volta

Una delle principali innovazioni introdotte è che ogni impresa potrà avere attiva una sola pratica per volta. Se un progetto di innovazione coinvolge più processi, si dovrà fare riferimento all’intera struttura produttiva. Solo dopo la chiusura di una pratica (attraverso la comunicazione ex post e l’approvazione del GSE, o tramite rinuncia o decadenza), l’azienda potrà avviare una nuova pratica.

Plafond annuale

Il limite di 50 milioni di euro è annuale. Per permettere alle imprese di usufruire del doppio plafond per il biennio, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha previsto la possibilità di considerare chiuse al 31 dicembre 2024 anche le pratiche che si concluderanno entro il 30 aprile 2025, a condizione che entro la fine del 2024 sia stato versato un acconto pari almeno al 50% dell’importo degli investimenti. Tuttavia, questo punto è ancora oggetto di discussione tra MIMIT e Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

Linea morbida sulle esclusioni relative al DNSH

Per le attività rientranti nel sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS), sono previste due principali esclusioni. Gli investimenti sono consentiti per attività che non influenzano direttamente i consumi energetici monitorati nel piano CO2 dell’azienda. Anche le attività che rientrano nel piano di monitoraggio sono ammesse, purché le emissioni previste al completamento del progetto siano inferiori a quelle verificate nell’anno precedente, al netto delle variazioni nei volumi produttivi e delle condizioni esterne. Non sono ammessi investimenti in impianti con un’intensità emissiva superiore all’80mo percentile.

Per le esclusioni relative alla produzione di rifiuti speciali, sono ammissibili i progetti che non aumentano i rifiuti speciali pericolosi per unità di prodotto o che riguardano siti industriali che non producono più del 50% in peso di tali rifiuti destinati allo smaltimento.

Investimenti in energie rinnovabili

Il decreto specifica che, oltre ai moduli fotovoltaici e ai sistemi di stoccaggio già citati, sono incluse anche le spese per gruppi di generazione dell’energia elettrica, servizi ausiliari di impianto, trasformatori e misuratori funzionali alla produzione di energia elettrica, e impianti per lo stoccaggio dell’energia. Gli impianti devono essere allacciati alla rete entro un anno dal completamento del progetto e la producibilità massima attesa non deve superare del 5% il fabbisogno energetico della struttura produttiva.

Comunicazione ex-ante per Transizione 4.0

Se un’azienda non completa il percorso per ottenere il credito d’imposta del Piano Transizione 5.0, può utilizzare la comunicazione di avvio degli investimenti (ex ante) già prodotta per il piano Transizione 4.0.

Controlli e periodo di osservazione

Il GSE effettuerà verifiche documentali e controlli in loco a partire dalla trasmissione della comunicazione preventiva. Le aziende devono mantenere i minori consumi energetici per cinque anni, altrimenti dovranno restituire l’incentivo.

Queste modifiche mirano a rendere più efficiente e trasparente l’intero processo di agevolazione, garantendo al contempo un monitoraggio rigoroso dei benefici concessi.

Formazione

Le attività formative ammissibili sono divise in due categorie: formazione sulla transizione green e formazione sulla transizione digitale. I progetti devono durare almeno 12 ore, includendo un modulo di almeno 4 ore su tematiche come integrazione di politiche energetiche sostenibili, tecnologie per la gestione energetica, analisi tecnico-economiche per l’efficienza energetica, e impiantistica per le energie rinnovabili. Le spese ammissibili comprendono i formatori accreditati presso varie istituzioni e enti di ricerca, università, Competence Center, European Digital Innovation Hubs, e ITS Academy.

Procedura per ottenere il credito d’imposta

Le imprese devono inviare una comunicazione preventiva al GSE all’inizio del progetto di innovazione, contenente tutte le informazioni rilevanti. Entro cinque giorni, il GSE conferma l’importo del credito d’imposta prenotato. Se le risorse non sono disponibili immediatamente, la comunicazione si considera comunque trasmessa e l’impresa viene informata quando le risorse diventano disponibili. Successivamente, l’impresa deve inviare comunicazioni periodiche sull’avanzamento del progetto. Una volta completato il progetto, e comunque entro il 28 febbraio 2026, l’impresa deve inviare una comunicazione di completamento con tutte le informazioni necessarie.

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