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Nuova Sabatini, l’incentivo più amato dalle imprese italiane è cumulabile con Transizione 5.0

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Le news di Ayming Institute
Aprile 17, 2024

La Nuova Sabatini, uno degli strumenti di finanziamento più apprezzati dalle PMI italiane, mira a sostenere gli investimenti in beni strumentali nuovi finalizzati a promuovere l’innovazione e la modernizzazione del tessuto produttivo nazionale.

Istituita nel 2013 – con il decreto-legge 69/2013, convertito, con modificazioni, dalla legge 98/2013 –, la Nuova Sabatini è uno degli strumenti agevolativi più importanti per le PMI, concepito con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito per le micro, piccole e medie imprese che desiderano investire in macchinari, impianti, beni intangibili e tecnologie digitali, attraverso un contributo sotto forma di agevolazione sugli interessi dei finanziamenti.

Nel corso degli anni l’incentivo ha subìto diverse modifiche rendendosi protagonista di un percorso di adattamento virtuoso alle esigenze delle aziende. Le modifiche susseguitesi nel corso degli anni hanno reso più semplice l’accesso alle risorse finanziarie per le imprese, consentendo un impiego più rapido e flessibile dei fondi per investimenti ordinari e in tecnologie avanzate, inclusi quelli legati all’Industria 4.0 e, più recentemente, alle tematiche green. Un segnale di come lo strumento sia, nel corso degli anni, evoluto insieme alle tecnologie più rilevanti per l’industria, favorendo l’ammodernamento necessario per vincere le sfide più rilevanti per le aziende.

Nel corso degli anni alla misura sono stati dedicati circa 4,5 miliardi di euro, a testimonianza di quanto sia apprezzata dalle PMI. Ad oggi sono disponibili per le imprese circa 150 milioni di euro stanziati in occasione dei decreti fiscali e dell’ultima manovra di bilancio.

Lo strumento – vale la pena ricordarlo – sostiene gli investimenti delle micro imprese e delle PMI attraverso la concessione di un contributo il cui ammontare è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento ad un tasso d’interesse annuo pari al 2,75% per gli investimenti in beni strumentali.

La Nuova Sabatini Digital

Il contributo sale al 3,575% per gli investimenti in beni 4.0.

La variante “digital” è una misura nata poco dopo l’introduzione del piano Industria 4.0, particolarmente interessante per via del fatto che le due misure, non essendo aiuti di stato, sono cumulabili tra loro. E, come vedremo, sarà cumulabile anche con il credito d’imposta previsto dal nuovo piano Transizione 5.0.

La Nuova Sabatini Green per accelerare la transizione sostenibile delle PMI

E in quest’ottica si inserisce anche la riforma che dal 1° gennaio 2023 istituisce la “Nuova Sabatini Green”.

La riforma permette alle PMI di accedere a contributi maggiorati per investimenti cosiddetti green, che prevedono l’acquisto – o l’acquisizione, nel caso di operazioni di leasing finanziario – di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale, nell’ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e/o dei processi produttivi.

L’obiettivo della riforma è di stimolare gli investimenti delle PMI in tecnologie sostenibili e rinnovabili. Uno degli aspetti centrali è l’obbligo che gli investimenti in impianti di energia rinnovabile, come fotovoltaici o eolici, siano parte di un programma d’investimento ampio e strategicamente integrato all’attività aziendale, per garantire che non siano iniziative isolate ma contribuiscano effettivamente alla sostenibilità e all’efficienza energetica dell’impresa. Una specifica eccezione è stata prevista per le aziende del settore energetico e agricolo.

Inoltre, la riforma ha introdotto una novità importante riguardante il plafond di finanziamento, che si “ricarica” una volta esauriti i finanziamenti precedenti, offrendo alle imprese ulteriori opportunità di accesso ai fondi.

La cumulabilità con il piano Transizione 5.0

Il Decreto legge 19 del 2 marzo 2024, che all’articolo 38 introduce il piano Transizione 5.0, specifica espressamente che la nuova misura dedicata ad agevolare le transizioni digitale e green è cumulabile con altri incentivi che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che il cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al periodo precedente, non porti al superamento del costo sostenuto.

Proprio come accade con Transizione 4.0 dunque anche Transizione 5.0 è cumulabile con la Nuova Sabatini. E siccome i beni strumentali che consentono alle aziende di accedere al piano Transizione 5.0 devono essere “beni 4.0”, sarà quindi possibile avvalersi anche dell’aliquota maggiorata al 3,575% della Sabatini Digital.

Come si fruisce della Nuova Sabatini

Vale qui la pena anche ricordare come si fruisce dell’incentivo.

Il processo inizia con la PMI che presenta alla banca o all’intermediario finanziario, insieme alla richiesta di prestito, la domanda per ottenere il contributo ministeriale. Questa domanda deve dimostrare che l’azienda soddisfa i requisiti necessari e che gli investimenti previsti sono in linea con le disposizioni legislative.

La banca o l’intermediario finanziario, dopo aver ricevuto la documentazione dalla PMI, verifica la correttezza formale e l’integrità dei documenti. Controlla anche se l’azienda soddisfa i requisiti soggettivi relativi alle dimensioni dell’impresa. Successivamente, sulla base delle domande ricevute, invia al Ministero una richiesta di riserva delle risorse per il contributo.

Una volta confermata dal Ministero la disponibilità totale o parziale delle risorse statali da destinare al contributo, la banca o l’intermediario finanziario può concedere il prestito alla PMI. Se la banca o l’intermediario finanziario decide di erogare il prestito alla PMI, adotta una delibera in tal senso e la invia al Ministero insieme ai documenti forniti dalla stessa PMI quando ha presentato la domanda di accesso agli incentivi.

Il Ministero emette un decreto di concessione del contributo, indicando l’importo degli investimenti ammissibili, gli incentivi concesse e il piano di erogazione, nonché gli obblighi e gli impegni dell’impresa beneficiaria. Questo decreto viene inviato sia all’impresa che alla banca o all’intermediario finanziario.

La banca o l’intermediario finanziario si impegna a stipulare un contratto di prestito con la PMI e a erogare il prestito in un’unica soluzione o, nel caso di leasing finanziario, al fornitore entro trenta giorni dalla data di consegna del bene o dalla data di collaudo, se successiva. Il contratto di prestito può essere stipulato anche prima della ricezione del decreto di concessione del contributo.

Una volta completato l’investimento e pagati i beni oggetto dell’investimento, la PMI compila una richiesta specifica per l’erogazione del contributo (modulo RU) in formato digitale e la invia al Ministero insieme ad altri documenti richiesti.

In linea di massima il Ministero eroga il contributo alle PMI beneficiarie in rate annuali secondo un piano temporale stabilito nel decreto di concessione. Questo piano si esaurisce entro il sesto anno dall’ultimazione dell’investimento.

Dal 1° gennaio 2022, nel caso in cui l’importo del finanziamento deliberato in favore della PMI non è superiore a 200.000 euro, il contributo può essere erogato in un’unica soluzione.



Franco Canna
Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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