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Corporate Sustainability Reporting Directive

Nuovi obblighi per le imprese a partire dal 2024

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Podcast
Dicembre 20, 2023

​​​​​​In questo episodio de “I Podcast di Ayming” approfondiamo la rendicontazione non finanziaria e i nuovi obblighi previsti per le imprese dalla direttiva europea Corporate Sustainability Reporting Directive.

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) è entrata in vigore il 5 gennaio 2023 in sostituzione della direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario (NFRD) del 2014.

Direttiva CSRD: cosa prevede

La CSRD riveste un ruolo chiave: la sua missione è rendere le imprese responsabili, ampliando il numero di soggetti tenuti non solo alla redazione del report di sostenibilità, ma anche a comunicare ai propri stakeholder gli impatti generati su ambiente, persone, e rischi di sostenibilità a cui sono esposte.

Le principali novità sono:

  • richiede alle aziende la descrizione del proprio modello di business e della strategia aziendale;
  • richiede l’assurance di terza parte delle informazioni rendicontate;
  • introduce requisiti di rendicontazione più dettagliati e l’obbligo di rendicontare secondo gli standard di rendicontazione di sostenibilità obbligatori nell’Unione europea (ESRS – European Sustainability Reporting Standard);
  • richiede alle aziende di descrivere il ruolo degli organi di amministrazione, gestione e controllo per quanto riguarda le questioni di sostenibilità;
  • principi specifici per le PMI (appena emanata una bozza di standard da parte dell’EFRAG);
  • previsione sanzioni minime;
  • formato digitale dell’Informativa di Sostenibilità.

La CSRD non è solo un tentativo di porre rimedio all’indeterminatezza, ma un’opportunità per ridefinire il panorama delle informazioni non finanziarie. La sostenibilità resta ancora un concetto astratto, specialmente per le realtà più piccole, che non sanno bene quali azioni intraprendere.

CSRD: a chi si applica ed obblighi per le imprese

I nuovi obblighi si applicheranno a quasi 50.000 aziende nell’Unione europea, rispetto alle circa 11.700 coperte dalla normativa NFRD.

Le regole iniziano ad essere applicate in misura graduale tra il 2024 e il 2028:

  • dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, con pubblicazione dei dati nel 2025 sull’anno di rendicontazione 2024;
  • dal1° gennaio 2025 per le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 50 milioni di euro di fatturato e/o 25 milioni di euro di attività totali), con pubblicazione nel 2026 sull’anno di rendicontazione 2025;
  • dal 1° gennaio 2026per le PMI e le altre imprese quotate, con pubblicazione nel 2027 sull’anno di rendicontazione 2026. Le PMI possono scegliere di non partecipare fino al 2028.
  • dal 1° gennaio 2028 per le società non UE con almeno una filiale o una succursale nell’UE e con un fatturato consolidato UE superiore a 150 milioni di euro, con pubblicare del primo report nel 2029 sull’anno di rendicontazione 2028.

Le conseguenze indirette della CSRD

Le imprese che non ricadono sotto la Direttiva saranno coinvolte in modo indiretto. Infatti, le imprese obbligate alla rendicontazione dovranno fornire altresì informazioni di sostenibilità dettagliate relative alla loro catena del valore, coinvolgendo in tal senso sia fornitori che clienti. Aumenterà la richiesta di dati ambientali e sociali da parte dei fornitori e clienti, e quindi di una maggiore trasparenza di come vengono gestite queste tematiche.

Le imprese che rientrano della CSRD, e quindi obbligate alla rendicontazione delle informazioni non finanziarie, dovranno redigere la Dichiarazione non finanziaria secondo il nuovo standard di rendicontazione ESRS (European Sustainability Reporting Standard). Le imprese che non ricadono direttamente della direttiva potranno redigere un bilancio/report di sostenibilità volontario e potranno scegliere quale standard di rendicontazione usare se il GRI o ESRS, SASB, SDGs. A questi due documenti se ne affiancano altri più specifici come il Bilancio sociale (obbligatorio per le aziende del 3 settore), il report integrato (integrate le informazioni finanziarie e ambientali e sociali) e la relazione d’impatto (obbligatorio per le società benefit).

Comunque, la redazione di un bilancio di sostenibilità porta numer osi benefici, tra cui maggiore trasparenza verso l’esterno e migliore consapevolezza interna, mette in risalto il proprio percorso di sostenibilità e le attività intraprese e obiettivi fissati.

CSRD: quali sono i passi per redigere un Bilancio di sostenibilità?

  1. Analisi di materialità

La strategia di sostenibilità di un’azienda deve partire dall’analisi di ciò che è ritenuto materiale, ossia importante, per l’azienda. L’analisi di materialità permette di identificare i fattori ESG rilevanti che dovrebbero essere integrati nella governance e nella strategia aziendale e che sono prioritari da rendicontare poiché riflettono gli impatti più significativi sull’economia, sull’ambiente e sulle persone, compresi gli impatti sui diritti umani.

La valutazione dei temi ESG è fatta in termini di significatività e probabilità degli impatti generati.

  1. Stakeholder mapping and engagement

Uno stakeholder è un’entità o individuo che può essere influenzato in modo significativo dalle attività, dai prodotti e dai servizi dell’organizzazione o le cui azioni possono incidere sulla capacità dell’organizzazione di attuare con successo le proprie strategie e raggiungere i propri obiettivi.

Viene svolta prima una mappatura di tutte le categorie di stakeholder, interni (dipendenti, CdA) ed esterni (fornitori, clienti, istituzioni, enti creditizi) e successivamente si sceglie come coinvolgere ogni categoria individuata. Vengono coinvolti nell’analisi di materialità, in questo modo possono indicare quali tematiche sono più rilevanti per loro. 

  1. Raccolta dati

La raccolta delle informazioni, sia qualitative che quantitative, avviene tramite le Schede di Raccolta Dati suddivise per tematiche. Questo sono uno strumento di raccolta ma anche controllo delle informazioni.

  1. Stesura del documento

Il bilancio di sostenibilità è anche un documento narrativo, dove l’azienda ha la possibilità di raccontarsi. Infatti, può essere utilizzato come leva di comunicazione per dare visibilità al percorso verso la sostenibilità dell’azienda. Dunque, può essere una potente arma di comunicazione perché consente di fissare gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda e come si intende raggiungerli e controllarli attraverso indicatori specifici detti kpi.

Si possono inoltre raccontare tutte le attività e progetti svolti durante l’anno, la propria mission e vision, il piano strategico di sostenibilità, gli obiettivi e risultati raggiunti nell’anno e in corso.

  1. Comunicazione interna ed esterna

Il bilancio di sostenibilità è uno strumento destinato ad essere diffuso internamente ed esternamente all’organizzazione attraverso una strategia di comunicazione multicanale ed inclusiva, attraverso: Newsletter, Sezione del sito, Canali social, Evento di presentazione, Team building e attraverso la Formazione.

Strumento prezioso interno per:

  • essere consapevoli della propria capacità di definire e attuare strategie in grado di dare risposte alle aspettative degli stakeholders
  • informarsi sulle attività e KPI dell’organizzazione
  • ricercare informazioni utili tramite lettura del GRI Content Index per rispondere a domande poste dall’esterno

Strumento esterno in grado di:

  • raccontare gli obiettivi raggiunti e il percorso della società in ambito ESG per aumentare la sua credibilità
  • creare, migliorare e rafforzare il rapporto con gli interlocutori esterni (clienti, fornitori, etc…)
  • comunicare le performance di sostenibilità (indicatori sull’energia ed emissioni, diversità ed inclusione, materiali a ridotto impatto ambientale)

Come possono le aziende prepararsi per la rendicontazione non finanziaria?

Il Bilancio di sostenibilità si inserisce all’interno di un percorso di sostenibilità che l’azienda deve intraprendere per iniziare ad approcciare la tematica. È essenziale cominciare già da ora a prepararsi a queste richieste, in maniera graduale e in base all’effort che l’azienda può sostenere.

Ogni organizzazione dovrebbe iniziare con una valutazione ESG (E- Environmental, S – Social, G -Governance) tramite un assessment di sostenibilità. Questo non solo aiuta a identificare il proprio posizionamento rispetto ai competitor, possiamo paragonarla ad una fotografia che ci mostra il livello dell’azienda rispetto alle seguenti tematiche, ma individua anche i punti di forza e, soprattutto, le aree di miglioramento.

Come secondo passo, sarà quindi necessario creare un piano d’azione ESG disegnato su misura per l’impresa e graduale, senza appesantirne l’abituale operatività. Sarà di primaria importanza quantificare e qualificare gli obiettivi, monitorarli nel tempo, per poi prepararsi a redigere un report di sostenibilità in cui andare a raccogliere tutte le informazioni di carattere non finanziario, i progressi e i risultati raggiunti.

Per maggiori informazioni e/o supporto per la redazione del report di sostenibilità, visita la pagina dedicata:

REPORT DI SOSTENIBILITÀ

 

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