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Caro energia: dal Decreto Sostegni ter al Decreto Aiuti, tutte le misure per imprese

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Businesswoman holding a lightbulb while taking note on notebook with coins stack on table, saving energy and money concept

L’iniziativa legislativa dei primi sei mesi dell’anno è stata caratterizzata dal tema del rincaro delle fonti energetiche, in particolar modo gas naturale ed energia elettrica.

Il tema, in realtà, non risulta del tutto nuovo. Sin dagli ultimi mesi del 2020 si è assistito a un progressivo incremento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali dovuto alla ripresa delle attività economiche a seguito delle restrizioni pandemiche e al rincaro del costo dei trasporti marittimi. In merito, si può notare che già il primo bollettino del Centro studi di Confindustria, pubblicato a gennaio 2022, stimava costi energetici per le imprese pari a 37 miliardi nel 2022, a fronte degli 8 nel 2019.

Il fenomeno inflazionistico si è ulteriormente approfondito a cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, a seguito dell’aggravamento delle tensioni internazionali nell’Europa orientale causate dalle mire espansionistiche della Russia – terzo produttore di petrolio e secondo produttore di gas naturale – nei confronti dell’Ucraina e sfociato nell’invasione iniziata il 24 febbraio 2022 e tutt’ora in corso.

L’invasione dell’Ucraina ha, inoltre, costretto l’Unione europea e numerosi Stati membri a intraprendere azioni volte a diversificare gli approvvigionamenti, incentivare fonti energetiche alternative e contenere l’aumento dei prezzi finali. Tra questi Paesi spicca l’Italia, che nel 2021 dipendeva dalle importazioni di gas naturale russo21 per una quota superiore al 45% del suo consumo annuo.

 

Le manovre per contrastare il caro energia: il Decreto Sostegni-ter

Con particolare riferimento alle iniziative volte a contenere il caro energia, le iniziative dell’esecutivo – nonostante i margini di bilancio limitati – sono state tempestive, sebbene disomogenee.

Il D.L. 27 gennaio 2022 n. 4 o Decreto Sostegni-ter, infatti, è stato il primo provvedimento a contenere una disposizione di carattere generale volta ad annullare le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW per il primo trimestre 2022.

Sempre il Decreto Sostegni-ter ha introdotto un credito d’imposta per le imprese a forte consumo di energia elettrica, aprendo le porte a un modello di azione che in seguito è stato ripreso da tutta la legislazione seguente fino al Decreto Aiuti, pubblicato il 17 maggio.

Più nel dettaglio, il credito d’imposta era riconosciuto nella misura del 20% delle spese sostenute per l’acquisto della componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel primo trimestre del 2022. Unica condizione di accesso era una media dei costi per KWh della componente energia elettrica – relativi all’ultimo trimestre 2021 e al netto delle imposte e degli eventuali sussidi – superiore del 30% rispetto alla media di quelli relativi all’ultimo trimestre del 2019.

Pregevole l’uso del credito d’imposta, in quanto consente di ridurre al minimo gli adempimenti amministrativi a carico delle imprese interessate, non concorre alla formazione della base imponibile IRES e IRAP e non rileva ai fini del calcolo del pro-rata generale di deducibilità. Altrettanto lodevole la possibilità di effettuare il cumulo con altre agevolazioni sui medesimi costi, entro il limite massimo del costo effettivamente sostenuto.

 

Decreto Energia e Crisi in Ucraina: i nuovi crediti d’imposta per le imprese

Il percorso intrapreso dal Decreto Sostegni è stato significativamente approfondito dai Decreti “Energia” (D.L. n. 17 del 1° marzo 2022) e “Crisi in Ucraina” (D.L. n. 21 del 21 marzo 2022), che hanno introdotto e/o incrementato nuove misure urgenti in materia di aiuti alle imprese a forte consumo di energia elettrica e gas naturale.

I due decreti, infatti, hanno confermato anche per il secondo trimestre dell’anno in corso l’aliquota IVA agevolata del 5% per le somministrazioni di metano per usi civili e industriali ’e hanno istituito un nuovo credito d’imposta specifico per le imprese a forte consumo di energia elettrica per le spese sostenute nel secondo trimestre 2022, a condizione di aver subito un incremento del costo per KWh superiore al 30% nel primo trimestre 2022 rispetto al medesimo periodo dell’anno 2019. L’intensità agevolativa – in origine prevista al 20% – è stata incrementata al 25% dal Decreto Crisi in Ucraina.

Parallelamente è stato istituito un nuovo credito d’imposta specifico per le imprese a forte consumo di gas naturale con aliquota fissata prima al 15% e in seguito al 20%, con requisiti di accesso sostanzialmente identici.

Il Decreto Crisi in Ucraina, tuttavia, si segnala in modo particolare per l’introduzione di due ulteriori misure di sostegno – sempre sotto forma di credito d’imposta – per la prima volta rivolte all’intera platea delle imprese italiane e per la concessione della possibilità di cedere – per intero – tutti i sostegni energetici relativi ai primi due trimestri dell’anno in corso.

Si tratta, in particolare, dei contributi sotto forma di credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e di gas naturale riconosciuti, rispettivamente, nella misura del 12% e del 20% delle spese sostenute nel secondo trimestre 2022, a condizione di aver subito incrementi di costi superiori al 30% nel primo trimestre 2022 rispetto al corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell’anno 2019.

Si potrebbe osservare che il contributo sotto forma di credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica non è universale, in quanto sono escluse le imprese dotate di contatori di energia elettrica con potenza disponibile inferiore a 16,5 kW. Ciò è indubbio ma il criterio delle utenze elettriche consente di destinare le agevolazioni esclusivamente alle realtà economiche interessate dal costo della bolletta energetica.

Con la finalità di sostenere la liquidità delle imprese, il Decreto Ucraina ha previsto la possibilità di cedere i crediti d’imposta a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica e gasivore – introdotti dal Decreto Sostegni-ter e dal Decreto energia – a parziale copertura dei costi sostenuti nel primo e secondo trimestre 2022.

 

Le nuove aliquote e le misure del Decreto Aiuti 2022

Il quadro sopra delineato – che ha visto l’istituzione di cinque diverse forme di agevolazioni sotto forma di credito d’imposta rivolte alle imprese a forte consumo di energia elettrica e gas naturale e alla generalità delle imprese (salvo specifiche eccezioni) – è rimasto inalterato fino alla pubblicazione del Decreto Aiuti.

Il Decreto Aiuti (D.L. n. 50 del 17 maggio 2022) ha, infatti, potenziato al 25% i crediti d’imposta riconosciuti nel secondo trimestre 2022 per l’acquisto gas naturale a beneficio tanto delle società gasivore quanto delle altre e aumentato al 15% il credito d’imposta riconosciuto per il secondo trimestre 2022 alle imprese non a forte consumo di energia elettrica.

Infine, il Decreto Aiuti ha segnato l’introduzione di due nuove forme di sostegno.

La prima è rappresentata dal credito d’imposta nella misura del 10% a fronte delle spese sostenute per il primo trimestre 2022 dalle imprese a forte consumo di gas naturale, con finalità, requisiti e modalità di accesso identiche alle precedenti.

La seconda è il credito nella misura del 28% della spesa sostenuta nel primo trimestre dell’anno 2022 per l’acquisto del gasolio impiegato in veicoli, di categoria euro 5 o superiore, utilizzati per l’esercizio dell’attività, al netto dell’IVA e specificamente rivolto alle imprese esercenti le attività di trasporto di merci con veicoli di massa massima complessiva pari o superiore a 7,5 tonnellate di cui all’art. 24-ter, c. 2, lett. a).

 

Nuove semplificazioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili

L’iniziativa normativa, tuttavia, non si è esaurita e/o limitata nell’offerta di aiuti alle imprese ma ha avuto la finalità di intervenire sulla produzione nazionale di fonti energetiche rinnovabili, in difficoltà negli ultimi anni a causa della pandemia e soprattutto del lento e farraginoso sistema di rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione dei progetti.

L’effetto combinato dei due fenomeni può essere osservato se si considera che il contributo complessivo portato dalle fonti rinnovabili al sistema elettrico italiano è arrivato ad appena 115,7 TWh nel 2021, con un incremento di appena 1,58% rispetto al 2020. Entrambi i dati sono inferiori alla media europea e molto al di sotto dei target necessari e richiesti ai fini degli obiettivi UE in tema di sostenibilità energetica.

 

Sostegni-ter Decreto Energia Decreto Ucraina Decreto Aiuti
C.d.I. energivore 10% I trim 20% II trim 25% II trim 25% II trim
C.d.I. gasivore 15% II trim 20% II trim 10% I trim

25% II trim

C.d.I. energia elettrica 12% II trim 15% II trim
C.d.I. gas naturale 15% II trim 20% II trim 25% II trim

 

Con la finalità di incentivare il ricorso all’energia rinnovabile, il Decreto Energia ha qualificato come intervento di manutenzione ordinaria l’installazione di impianti solari fotovoltaici e termici su edifici, strutture e manufatti fuori terra e relative pertinenze. In conseguenza a ciò, l’intervento non è più subordinato – salvo determinate eccezioni – all’acquisizione di permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso.

È stata, inoltre, prevista l’emanazione di un decreto attuativo volto a definire un modello unico per gli impianti di potenza compresa tra 50 e 200 kW e sono revisionate le procedure autorizzative, che comportano l’intervento delle autorità competenti in materia paesaggistica, ridimensionando il ruolo regolatorio delle Soprintendenze dei beni culturali.

I successivi decreti sono intervenuti più volte con normative di dettaglio in modo da aumentare le aree idonee ai fini dell’installazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e prevedendo ulteriori semplificazioni degli adempimenti e dei procedimenti relativi alla realizzazione degli impianti.

Focus particolare è stato concesso alle iniziative volte a migliorare l’approvvigionamento di gas naturale, anche mediante la nomina di commissari straordinari per sovrintendere ai nuovi impianti di rigassificazione.

In questi ambiti, tuttavia, l’iniziativa governativa non sempre si è dimostrata all’altezza della necessità.

In particolare, il Decreto Energia aveva previsto l’introduzione di forti limitazioni alla superficie delle imprese agricole che avrebbero potuto essere destinatarie dell’installazione di impianti fotovoltaici (limite massimo del 10% della superficie agricola aziendale).

Questi limiti si ponevano in diretto contrasto con le finalità della misura agevolativa “Parco Agrisolare” – 1,5 miliardi di fondi provenienti dal PNRR – e sono stati oggetto di rimozione a seguito di forti richieste in tal senso provenienti proprio dalla filiera agricola, accolte in sede di conversione in legge.

 

I nuovi provvedimenti in attesa di decreto attuativo

Numerose misure, inoltre, sono rimaste ancora inattuate.

Resta in attesa di decreto attuativo, ad esempio, lo stanziamento di 145 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 con la finalità di offrire un contributo sotto forma di credito d’imposta alle imprese che effettuano investimenti nelle regioni del Mezzogiorno volti ad ottenere una migliore efficienza energetica e/o aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Parimenti in attesa di decreto attuativo il Fondo per il settore automotive – con una dotazione di 700 milioni per quest’anno e 1 miliardo annui tra il 2023 ed il 2030 – che avrebbe la finalità di incentivare l’insediamento, riconversione e riqualificazione verso forme innovative e sostenibili in linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni nocive e concedere incentivi per l’acquisto di veicoli non inquinanti e per favorire il recupero dei materiali.

A prescindere dal merito delle iniziative, l’attuazione di misure ormai in vigore da più di uno o due mesi risulta ancora più prioritaria, se si considera che solo l’ultimo decreto in ordine di pubblicazione ha aggiunto altri 14 decreti attuativi al novero dei provvedimenti da emanare, oltre all’onere di predisporre le nomine dei commissari governativi straordinari per la realizzazione di opere connesse alle esigenze di decarbonizzazione/rigassificazione.

In conclusione, sebbene l’azione di governo sia stata tempestiva e sia stata in grado – nel complesso – di istituire un sistema di sostegni rivolto alla maggioranza delle imprese italiane, restano ancora significativi margini di miglioramento per quanto concerne l’adozione e l’attuazione dei provvedimenti, troppo spesso incompleti e lasciati alla definizione dei ministeri.

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